2007/2008

START - Il progetto

 

Territori coinvolti

Provincia di Modena
Provincia di Forlì-Cesena
Provincia di Ravenna

Soggetto titolare
AECA – Associazione Emiliano-Romagnola di Centri Autonomi di Formazione professionale

CFP associati coinvolti nell’operazione

  • Morphè scarl
  • CNOS FAP, sede di Forlì
  • ENGIM di Ravenna

 

I destinatari
Persone che hanno diverse tipologie di disabilità (in particolare affette da disabilità psichica)

Il contesto

L'Aeca, da sempre attenta alla valorizzazione della persona umana, nel rispetto delle differenze, dei ritmi di apprendimento e delle identità di ciascuno, attraverso l’operazione dal titolo START, intende assolvere il compito di contribuire alla formazione, favorire l’occupazione e combattere il rischio di esclusione sociale delle persone disabili.

Il tema del lavoro in relazione ai diritti della persona disabile, è l’argomento più pertinente in fatto di integrazione e inclusione sociale. L’attività lavorativa assume, infatti, per ogni individuo un significato particolare: il concetto di lavoro si associa immediatamente a quelli di produttività, autostima, realizzazione di sé e dei propri desideri, soddisfacimento dei bisogni personali, autonomia e riconoscimento sociale. L’inserimento nel mondo del lavoro, inoltre, è occasione di frequenti e intensi rapporti sociali, di scambio e confronto e, forse, anche il modo più corretto per eliminare gradualmente le barriere che impediscono la realizzazione della parità delle opportunità, della piena partecipazione e del rispetto delle differenze.

 

L'Unione Europea ha compiuto notevoli progressi verso il riconoscimento dell'esigenza di garantire l'effettiva parità nell'esercizio di tutti i diritti umani da parte delle persone con disabilità. Infatti uno degli obiettivi prioritari di lotta contro l'esclusione sociale, individuati a livello di U.E., è quello di  richiedere agli Stati membri di sfruttare pienamente il potenziale della società dei saperi e delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, facendo in modo che nessuno ne sia escluso, prestando fra l'altro un'attenzione particolare alle esigenze dei disabili.

 

Lo Stato italianosi è attrezzato normativamente, sin dagli anni sessanta, a garantire il più possibile il diritto al lavoro anche alle persone con disabilità.

Con l'emanazione della Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (L. n. 104 del 1992) sono stati sanciti finalmente una serie di principi generali: il diritto soggettivo pieno all'integrazione scolastica dei disabili, il decentramento territoriale dei servizi e degli interventi di prevenzione, sostegno e recupero, il richiamo alla stipula di accordi di programma fra i diversi soggetti istituzionali responsabili dell'integrazione scolastica e lavorativa.

L’iter verso la promozione di pari opportunità lavorative e qualificati inserimenti nel mondo del lavoro è stato sancito dalla Legge 68/99 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili", legge che ha strutturato le nuove regole: "dal collocamento obbligatorio al collocamento mirato”. Da una visione impositiva, burocratica e poco attenta alle esigenze e qualità delle persone ad un modo di agire che ascolta, osserva e analizza le possibilità di realizzare l’incontro tra le capacità e le competenze lavorative della persona disabile e le esigenze delle imprese. L’entrata in vigore della legge nazionale 68/99 ha segnato un cambiamento fondamentale nel modo di affrontare il tema dell’inserimento lavorativo delle persone disabili da parte delle istituzioni. L’approvazione del decreto legislativo sulla riforma dei servizi per l’impiego (Legge 469/97) e la nuova legge sul diritto al lavoro dei disabili la 68/99 hanno sancito anche per quanto riguarda le categorie svantaggiate il passaggio dal centralismo burocratico e dalla frammentazione delle politiche per l’inserimento lavorativo ad interventi che riconducono ad un programma complessivo di azioni positive. Iniziative che comprendono l'analisi e la valutazione delle potenzialità, la formazione, l'alternanza formazione-lavoro, l'accompagnamento, il collocamento, le politiche attive per il lavoro in un quadro d’insieme collegato al territorio e ai servizi esistenti e il diritto della persona disabile ad un progetto educativo-formativo individualizzato, personalizzato.

Con questo modo di agire la legislazione ha posto l’accento sul fatto che l’inserimento lavorativo delle persone disabili, pur non esaurendo tutto il progetto di vita, rappresenta comunque un momento fondamentale e conclusivo dell’itinerario educativo-formativo.

Il quadro normativo sul lavoro è stato poi completato con l'emanazione dei decreti attuativi della Legge 30/2003, che prevedono la possibilità per i datori di lavoro di essere esonerati dagli obblighi di assunzione, stabilendo per i lavoratori disabili l'inserimento lavorativo nelle cooperative sociali per le persone più problematiche, e con il recepimento della direttiva europea n. 78/2000 sulla non discriminazione sui luoghi di lavoro.

 

La Regione Emilia Romagnanel rispetto e in osservanza delle competenze istituzionali in materia, chiamata a svolgere un ruolo di primo piano è stata fortemente incisiva nella promulgazione di importanti strumenti riguardanti l'autonomia e l'integrazione sociale, l’assistenza sanitaria e sociale, l’istruzione , la formazione professionale e il lavoro.

In particolare la Regione Emilia-Romagna, con la L.R. 12/03 si è dotata di un importante strumento per favorire il successo formativo e le pari opportunità di istruzione e formazione per ognuno - quindi anche per i disabili - e per tutto l’arco della vita, attraverso l’eguaglianza delle opportunità di accesso al sapere.

La Regione inoltre nel D.P.E.F. 2006-2010 ha individuato le nuove strategie per un  moderno sistema di welfare per la salute che si ispira alla visione della salute dell'uomo come relazione di tipo olistico con tutte le altre realtà ambientali. Questa visione coincide con quanto impostato dalla Classificazione I.C.F. (Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute -  O.M.S. 2001),  che rappresenta una autentica rivoluzione nella definizione e quindi nella percezione della salute e della disabilità; ed è estremamente importante che evidenziando la necessità di un approccio integrato, per la prima volta, si tiene conto dei fattori ambientali, classificandoli in maniera sistematica. La nuova classificazione prende infatti in considerazione gli aspetti contestuali della persona e permette la correlazione fra stato di salute e ambiente introducendo così la nuova definizione di disabilità, intesa come: una condizione di salute in un ambito sfavorevole.

 

Aeca sa che l'inserimento del disabile nel mondo produttivo è un'operazione altamente complessa, che si configura come incontro tra due mondi estremamente diversi: quello della disabilità, ricco di "soggettività" e di "diversità" per eccellenza, e quello dell'impresa, caratterizzato da oggettività e regole fisse e precise. Affinché questo incontro possa realizzarsi positivamente è ancora necessario continuare nell'opera di mediazione e di sensibilizzazione sia di tipo politico e culturale, che  specificatamente operativo e tecnico.

Aeca, da un po' di tempo promuove anche l'inclusione socio-lavorativa delle persone con disturbi di tipo psichico, che suscitano nelle persone timori e pregiudizi spesso basati su stereotipi. Questo tipo di intervento comporta da parte degli operatori della F.P. di Aeca, un nuovo e continuo approfondimento della conoscenza delle persone affette da malattie psichiche in stretta sinergica con i servizi deputati alle cure specifiche e cooperative sociali: significa affrontare un significativo cambiamento di atteggiamento, di consenso e di comprensione delle situazioni patologiche che sono molto diverse tra loro.

Mentre l’inserimento lavorativo è l’espressione di una volontà civile, l’integrazione ne è il risultato sociale.

Infatti l'integrazione presuppone un coinvolgimento dell’intera realtà sociale che s’impegna, non solo a livello di ideali, ma anche a livello di attuazioni concrete e continuative.

Obiettivi

  • favorire, attraverso una pluralità di azioni tra loro integrate ed in una logica di pari opportunità, l'inserimento socio-lavorativo di persone che hanno diverse tipologie di disabilità, attraverso interventi mirati e organizzati da reti territoriali;
  • agire sul contesto territoriale di riferimento, rinforzando e consolidando il rapporto e la collaborazione con gli attori locali soprattutto l’ambito del terzo settore (la cosiddetta economia sociale) che può sempre di più rappresentare un bacino occupazionale per le persone disabili.

Azioni principali

  • realizzare azioni formative e di accompagnamento al lavoro, anche con modalità non tradizionali, individualizzate e personalizzate (monte ore);
  • supporto al consolidamento di una rete fra soggetti pubblici e privati competenti in materia di inserimento e reinserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati, in grado di ottimizzare l'impiego delle risorse a disposizione, valorizzare le possibili sinergie ed incrementare l'efficacia dei risultati delle azioni  utilizzate e trasferibili  di integrazione al lavoro, coinvolgendo fin dal principio tutti gli operatori, i soggetti interessati e le  famiglie dei disabili;
  • monitoraggio , valutazione e diffusione dell’operazione.

Partenariato territoriale

Modena: Società Cooperativa Sociale Nazareno Work , Cooperativa Sociale l’Arcobaleno.

Forlì - Cesena: : Comunità Montana dell’Acquacheta e del Tramazzo, Cooperativa Sociale di Portico di Romagna “Abbraccio Verde”, Cooperativa Sociale di Modigliana Kara Bobowski, Cooperativa Sociale di Saturano Sadurano Salus.

Ravenna: SIIL disabili (Sostegno Integrato per l’Inserimento Lavorativo), Consorzio per i Servizi Sociali (dei comuni di Ravenna, Cervia, Russi), Azienda USL, Istituti Scolastici del territorio.



 



 

 




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